Lo studio di registrazione è un luogo adibito alla ripresa, alla manipolazione e alla finalizzazione di prodotti audio. Che si tratti di musica, doppiaggio, sonorizzazioni per la TV, colonne sonore oppure pubblicità radiofoniche: l’importante è che ci sia l’attrezzatura giusta per svolgere al meglio il lavoro.
Il risultato di una produzione sonora dipende dalla qualità della performance e dal corretto uso delle apparecchiature. Esistono attrezzature di tutti i prezzi, da microfoni da poche decine di euro, fino a mixer da milioni di euro: l’investimento dipende dal budget e dal progetto che si vuole avviare.
Il mixer
Vero cuore dello studio, il mixer, anche chiamato console, è dotato di canali (normalmente da 8 a 32) che sono collegati con altrettanti ingressi microfonici, permettendo quindi la registrazione contemporanea di più tracce audio. Ogni canale ha equalizzatore, processori di dinamica, effetti, gruppi assegnabili, automazione dei livelli, a seconda del modello. Può essere analogico o anche completamente digitale.
Software per la produzione audio
Si tratta di potenti programmi che permettono di manipolare l’audio in tutte le sue fasi, dall’acquisizione al mastering finale. Tra i software più conosciuti ci sono ProTools, Nuendo e Logic.
Schede audio
I convertitori analogico-digitali (AD/DA) possono essere integrati al mixer oppure esterni. La performance dei circuiti impiegati in questa attrezzatura è fondamentale: da qui dipende tutto il processo di digitalizzazione del suono, che deve essere di alta definizione e il più possibile privo di errori.
Microfoni
Dai Neumann agli AKG, passando per Shure e Beyerdynamic, la varietà dei microfoni è importante per selezionare quello giusto per la ripresa. D’altra parte, la tecnologia in questo senso si è evoluta molto, portando alla realizzazione di microfoni USB, ovvero con convertitore integrato, unità per le intercettazioni (fondamentali anche nelle inchieste, come leggiamo qui) e ultradirezionali per le riprese in esterni.
Outboard – gli effetti
Con outboard ci si riferisce a tutta quell’attrezzatura esterna alla console, ma che può essere collegata a essa per inserire processori di vario tipo (compressori, limiter, effetti). Sono modulari e montati su scaffalature metalliche chiamate rack. Queste unità, che possono essere anche molto costose, sono usate anche per bypassare elementi della console, quando si vuole creare un effetto particolare, come ad esempio avviene per i preamplificatori microfonici.
Monitoring: gli ascolti
Ogni studio che si rispetti ha almeno due diverse modalità di ascolto del materiale registrato, corrispondenti a due set di casse, che possono essere sia attive che passive. Le nearfield sono utilizzate per il missaggio e si trovano ai lati del mixer, in modo che il fonico possa ascoltare in modo critico e correggere eventuali errori. Le farfield sono due speaker di dimensioni più grandi, montate in alto, per permettere l’ascolto del brano finale, spesso insieme ai musicisti e ai produttori.
Come evitare l’anello debole
La qualità del prodotto finale sarà quella dell’anello più debole della catena del segnale audio. Per questo, è opportuno controllare il buon funzionamento di cavi e accessori come la patchbay, che è una sorta di centralina di tutte le connessioni analogiche dello studio.
Allo stesso modo, bisognerà assicurarsi del buon funzionamento dell’impianto elettrico, magari montando un gruppo di continuità, per evitare che sbalzi di tensioni rovinino le apparecchiature.